Recensioni
WARLORD – Free Spirit Soar
Quando ho saputo della notizia del futuro tour dei Warlord sono rimasto colpito della cosa. Com ‘è possibile fare un tour senza l’anima della band? Quel William J Tsamis (mancato nel 2021) che lo ha fondato e ha dato tutto se stesso a questa band assieme a Mark Zonder. “Lo faremo in sua memoria, per ricordarlo” è stata la motivazione. Ok ci può stare…ma qualcosa mi lasciava perplesso. Un paio di settimane dopo esce la notizia del nuovo album in arrivo e le mie emozioni erano divise tra la gioia e lo scetticismo. Un album strutturato su riff demo di William e che sarebbero stati “sistemati” dall’attuale line up per rilasciare questo “Free Spirit Soar” proprio sulla volontà del chitarrista.
Vado sul play e scopro subito che la opener è una versione riarrangiata di “Behold a Pale Horse” un brano dei Lordian Guard, ecco la musica dei Warlord riecheggiare ancora nella mia stanza, con questa atmosfera epica e cadenzata, la musica dei 2 fondatori tra i riff di Tsamis e il drumming unico di Zonder. E fin qui sembra non sia cambiato nulla, i Warlord ci sono.
Continuo l’ascolto, “The Rider” un brano piacevole strutturato sul riff iniziale che non mi entusiasma piu di tanto ma scorre via liscio. “The Conquerors” è il singolo che la band ha presentato in anteprima all’ascolto quando hanno lanciato la bomba dell’uscita del disco. Riff e atmosfere prettamente Warlord tra intro e strofa, poi esce qualcosa tipo un riff alla Iron Maiden (?!?!?) ma la cosa che non capisco è il ritornello strutturato in stile solenne power metal. Ecco qui si può notare proprio la mano del fondatore per le parti inziali e il restante lavoro della band. Brano comunque melodico ma certe parti strutturali (vedi la chitarra) come nel ritornello non risultano nello stile classico ma suonano molto piu moderne.
Potremo usare questa descrizione sul metodo di composizione anche per altri brani come “Worms of the Earth”, “Alarm” dove le atmosfere ci sono ma stridono assieme la nuova parte aggiunta.
“Free Spirit Soar” la title track è un gran bel brano Warlord, dall’inizio alla fine epico e trascinante col ritornello che viaggia sulle note del riff portante.
Poi arrivano canzoni come “The Bells Tolls” che non c’entrano niente con le sonorità del fondatore.
Chiude il disco altro brano dei Lordian Guard, “Revelation XIX”.
Il disco è piacevole, scorre via senza problemi ma non posso definirlo pienamente un disco dei Warlord. Ascoltandolo più volte mi è venuto quasi da paragonare l’odierna band a una cover band dei Warlord o a una band che s’ispira nel sound a quelle atmosfere epiche e uniche. Iniziare e finire il disco con due brani dei Lordian Guard è come andare sul sicuro, quasi a voler far capire all’ascoltatore che il sound rimane quello essendo al 100 % brani di Tsamis. Ma per un purista come il sottoscritto la cosa non ha funzionato a dovere perché il problema viene li nel mezzo del disco, è li che qualcosa va a stridere col passato, come la parte solistica della chitarra ma è una cosa normale, che immaginavo e per cui non sono sorpreso.
Il disco comunque è valido, belle atmosfere e melodie, si fa ascoltare, entrerà al 100% a far parte della mia discografia Warlord per stare vicino ai suoi fratelli ma spero che la cosa si fermi qui per non andare a alterare il sound di quella che è e resterà una band leggendaria e che deve essere ricordata per quei capolavori passati. Nota di merito per la copertina che come nei precedenti album risulta molto evocativa.