Recensioni
UKANOSE – Šiaurum Vėjum
Negli ultimi anni il folk metal è stato sicuramente uno dei generi che ha attratto maggiormente il pubblico dei nuovi ascoltatori di metal e si è contaminato con altri rami della nostra musica preferita. Tra i tanti filoni ce n’è uno che ha goduto di particolare esposizione: parliamo del folk metal dell’Europa orientale. Trainato dal “fenomeno Arkona” ha sfornato band di valore e misconosciuti mestieranti che lottano per restare a galla nel mare magnum del metal.
I lituani Ūkanose non sono di certo famosi come i già citati Arkona o come i Korpiklaani, ma esistono da una decina d’anni. Arrivano al traguardo del secondo disco con “Šiaurum Vėjum” e si presentano con un album onesto, che non fa gridare al miracolo ma che si fa piacevolmente ascoltare.
La prima canzone che colpisce è “Ten už marių” che risulta essere anche la canzone più lunga dell’album: si intrecciano voci maschili e femminili per l’intera durata del pezzo, come fosse un rituale sciamanico, e in sottofondo sono presenti schitarrate potenti, ma non troppo.
Gli strumenti della tradizione popolare intervengono con discrezione a colorare il tappeto prettamente metal, come in “Iš prūsų žemės”: ci troviamo ancora una volta in una sorta di danza folk a più voci, mentre le chitarre ruggiscono a dovere.
La parte centrale è sicuramente più interessante: accanto ad “Apynėlis” (con gradevoli assoli di twin guitars) troviamo poi “Samagonas”, una sorta di speed folk song e cantato in stile scioglilingua. Da segnalare la malinconica “Leliumoj” che segna un deciso stacco con la forsennata corsa della canzone precedente, almeno fino all’accelerazione finale!
Per gli amanti del folk metal più leggero e “pulito” questo disco potrebbe essere una piacevole scoperta.