Recensioni
MYRATH – Karma
Ma dove sono andati a finire i Myrath? La band tunisina è reduce da un escalation di successo planetario, partito nel lontano 2006 con l’acerbo “Hope”, in cui mescolavano il prog dei Symphony X ad inserti etnici, passando per il clamoroso “Tales of Sand”, fino a quel capolavoro intitolato “Legacy”, uscito nel 2016, in cui i nostri avevano trovato la perfetta quadratura del cerchio. Anche se “Sheili” sembrava una copia sbiadita del suo predecessore, il livello era comunque mantenuto molto alto grazie ad alcuni singoli sublimi, ma nel nuovo “Karma” del sound dei Myrath sembra essersi persa la traccia.
Il nuovo disco cerca la strada più facile, quella dei singoli radiofonici e infatti troviamo 11 tracce per poco più di 45 minuti di durata, segno che non ci sono passaggi strumentali complessi o variazioni vocali multistrato come in passato. L’opener “To the Stars” non arriva a 4 minuti e già dice tutto. Il seguente singolo “Into the Light” è sulla stessa lunghezza d’onda, dotato di una melodia immediata ed un appeal quasi pop, nonostante qualche passaggio maggiormente strutturato. “Candless Light”, accompagnata da un elegante videoclip, parte bene con i classici inserti arabeggianti, ma culmina in un ritornello fin troppo moderno. “Let It Go” è sicuramente il pezzo più bello di “Karma” insieme alla ritmata “Child of Prophecy”, ma non basta ad elevare un disco davvero troppo telefonato per una band dotata di cotanta classe.
“Karma” resta un album godibile, immediato, che ascolterete con piacere, ma che, presumibilmente, avrà poca longevità, rispetto alle uscite del passato targate Myrath. Tutti bravissimi, per carità, a partire dal frontman Zaher Zorgati, ma ci auguriamo che per il futuro i nostri tornino a esplorare sonorità maggiormente arabescate, sfruttando le influenze inconfondibili della propria terra, non solo nell’utilizzo degli arrangiamenti, ma fin dalla composizione.
Country: Tunisia
Label: earMUSIC
Style: Melodic Metal
Top Song: Into The Light
Top Album: Legacy