Recensioni
MELODIUS DEITE – Demonology
Il recensore di turno, come i professori a scuola, deve valutare e giudicare. Un lavoro appassionante, ma, talvolta, gravoso, perché purtroppo non si può promuovere sempre tutti. Conosco i Melodius Deite solo di nome, bazzicando qua e là sul web, probabilmente solo per la provenienza esotica del combo thailandese e non per la qualità dei 4 dischi usciti finora.
“Demonology” è il quinto lavoro sulla lunga distanza per la power symphonic metal band, che ci propone un disco lunghissimo, composto da ben 14 canzoni. Le caratteristiche dei nostri sono quelle dei gruppi di fine anni 90, con clavicembali a go go, guitar riff neoclassici ed inserti orchestrali che sorreggono le melodie di voce. Ed anche il sound proposto è molto anni ’90, fin troppo, a causa di una produzione piuttosto ovattata e confusa, che non valorizza appieno il comparto sonoro dei Melodius Deite.
I pezzi sono discreti, forse un pizzico contorti nel songwriting, ma mostrano comunque musicisti all’altezza della situazione. Saltando a piè pari i 4 strumentali all’interno di “Demonology”, possiamo citare “Lucifer (The Fallen Star)”, che sembra uscire direttamente dai un album degli Skylark dei tempi d’oro, o la sinfonica “Prince of the Nightfall”, che si rifà ai primi Rhapsody. Con il prosieguo del disco i nostri iniziano ad esplorare strade differenti, con partiture prog (“Full Moon Howls”) e vocals estreme (“March of the Empire”), ma il risultato è tutt’altro che convincente.
“Demonology” è un disco con alti e bassi, penalizzato da una produzione non all’altezza e non del tutto focalizzato all’interno del genere. I Melodius Deite sono rimandati a settembre, perchè al quinto disco ci saremmo aspettati maggiore professionalità e poichè la politica del “tanto di tutto” non sempre è redditizia.
Country: Thailandia
Style: Symphonic Metal
Label: Art Gates Records
Top Song: Lucifer