Recensioni
MARTYR – Planet Metalhead
Gli olandesi Martyr giungono al loro quinto album, il terzo post reunion avvenuta nel 2005. Questo Planet Metalhead è stato composto prima del 2019 ma registrato durante il periodo Covid da marzo 2020 a settembre 2021. Un disco porta indietro nel tempo, parliamo degl’ anni ’80 in cui molte band storiche hanno costruito le basi del genere, con armonizzazioni di chitarre, batteria e basso martellanti e voci graffianti. Un heavy metal decisamente crudo e aggressivo nelle dieci tracce proposte, fatto di melodie forti, riff veloci e un alto livello di tecnicità.
Già il titolo dell’opener parla chiaro: “Raise Your Horns, Unite!” canzone che a parte l’intro ingannevole esplode nella sua furia con una potente cavalcata in doppia cassa sostenuta dalle ritmiche di chitarra, una sorta di inno col quale i Martyr invitano i propri fans a cantare e saltare con loro.
Molte sono le influenze percepite in questo disco verso gruppi più noti iniziando da principali, gli Iron Maiden e Gamma Ray principalmente e per i riff di chitarra e certi passaggi di batteria, “Children of the Night“, o i Judas Priest in “Demon Hammer“.
Più cadenzata nella ritmica “Fire of Rebellions” ci porta più su dinamica Thrash mentre “No Time for Goodbyes” è una piacevole ballad in cui sip uò apprezzare meglio la voce meno gridata di Van Haren che spazia in un gamma di frequenze diverse dalle altre canzoni.
Con “Metal Overdrive” si possono notare ritmiche in pieno stile power con le quali sono nati gli Hammerfall così come la successiva “La Diabla!“.
Chiude l’album “Wings in a Darkened Soul” un pezzo decisamente rock che per le melodie ricorda gli U2 e si distacca molto dalle precedenti canzoni.
Planet Metalhead è un album indicato per i defenders della vecchia scuola heavy metal tradizionale. Per chi si aspetta di ascoltare un heavy/power melodico in stile europeo potrebbe rimanere deluso.
Country: Netherlands
Style: Heavy Metal
Label: Rock Of Angels Records