Live Report
KAMELOT: Live Club, Trezzo
Ecco il resoconto della piacevole serata di domenica 20 Ottobre al Live di Trezzo, per il ritorno in Italia degli amatissimi Kamelot, in giro per l’Europa a supporto dell’ultimo disco “The Awakening”. Il locale milanese non era sicuramente stracolmo come nelle migliori occasioni (gli stessi Kamelot per il tuor di “Heaven” nel 2015 avevano fatto il pienone), ma durante tutto il concerto si è creata la giusta energia per rendere la serata esaltante per tutti i presenti. Il merito è andato sicuramente anche alle 3 band di supporto, chiamate a riscaldare la gente, che fin dalle 18 si era assiepata sotto al palco.
FROZEN CROWN
Freschi di contratto con il colosso Napalm e reduci dall’uscita del nuovo album (il quinto in 6 anni!) “War Hearts”, gli italiani hanno avuto il difficile compito di rompere il ghiaccio. Giocando in casa i nostri non hanno faticato ad entrare nel cuore del pubblico, mettendo in mostra nella mezzora a disposizione una buona presenza scenica ed un convincente impianto sonoro. Andando a pescare a piene mani dalla loro discografia, Giada Etro e soci hanno puntato su una set-list molto tirata, che ha sfruttato il terzetto di chitarristi/e ed il terremotante drumming di Niso Tomasini.
AD INFINITUM
E’ toccato poi agli Ad Infinitum ed il livello si è alzato. La band svizzera, capitanata dalla bravissima Melissa Bonny è salita sul palco per presentare il proprio symphonic modern metal dell’ultimo “Abyss”, incantando letteralmente i fans. Sezione ritmica devastante e molto variegata, linee melodiche ipnotiche ed inserti growl ruggenti (sempre ad opera di Melissa) sono le principali qualità che hanno messo in mostra gli Ad Infinitum, nelle 10 canzoni quasi tutte tratte dall’ultimo lavoro, in uscita in questi giorni sempre per Napalm. Difficile trovare punti deboli nel sound, se non forse alcune strizzate d’occhio al pop radiofonico, ma si tratta di un peccato veniale, perché la classe degli svizzeri è talmente alta che si può tranquillamente applaudire a scena aperta. E la chiusura con l’orecchiabile “Unstoppable”, con la cantante avvolta in una bandiera tricolore, è stato l’apice di uno show convincente sotto tutti i punti di vista.
BLACKBIAR
I Blackbiar sono stati la delusione della serata. Piuttosto fuori contesto con il loro alternative metal, la band olandese ha provato a giocare sulle atmosfere gothic sinfoniche più vicine ai Kamelot, ma la proposta è stata piuttosto soporifera. I pur bravi musicisti (il tastierista su tutti) non sono riusciti a catturare l’attenzione dei presenti, nonostante le movenze della frontgirl Zora Cock.
KAMELOT
E’ quindi il momento tanto atteso: la band capitanata da Thomas Youngblood sale sul palco sulle note di “Veil of Elysium” tra gli applausi e l’ovazione dei presenti. Senza un attimo di tregua i Kamelot piazzano “Rule the World” e “Opus the Night”, con Melissa Bonny degli Ad Infinitum a duettare con Tommy Karevik. Effetto scenico e vocale ai massimi livelli. I nostri si dimostrano tra i migliori act al mondo quando si tratta di mettere in campo eleganza, raffinatezza ed, allo stesso tempo, potenza, come dimostra il perfetto binomio “Insomnia” e “When the Lights are down”. I Kamelot, forti di una line-up ormai rodata, sono una macchina da guerra che si muove sul palco con estrema disinvoltura, senza lasciare nulla al caso, per fornire uno spettacolo a tutto tondo, non solo musicale, ma anche visivo e sensoriale. Non potevano mancare alcune hit del passato, come “March of Mephisto” e la mitica “Forever”, cantata a squarciagola da tutti i presenti. Karevik è in gran forma, mentre Oliver Palotai ai tasti d’avorio, non sempre riesce ad emergere nel marasma sonoro, con i suoi passaggi sinfonici, ma il tutto funziona alla grande ed i fans apprezzano. Giusto il tempo per due bis, con il singolo del nuovo album “One more Flags on the ground” e “Liar Liar”, per concludere una serata all’insegna del symphonic metal, che il pubblico del Live faticherà a dimenticare.