Interviste
IVORY: Il ritorno del rock
Dopo esser usciti con il loro ultimo lavoro “A Social Desease” la band piemontese si è resa disponibile a scambiare qualche chiacchiera con noi e ne abbiamo approfittato per conoscerli meglio, dalle loro origini ad oggi, scoprendo piu approfonditamente questo EP, la nuova line up e i loro piani per il futuro.
Ragazzi benvenuti sulle pagine di MetalShock, è un vero piacere avere qui una delle band più storiche dell’ hard rock italiano. La prima domanda che vorrei farvi riguarda il vostro ultimo lavoro, come mai la scelta di uscire con EP e non con un album come avete sempre fatto?
Luca: Abbiamo optato per l’EP per introdurre il nuovo singer Davide Dell’Orto, un biglietto da visita, diciamo! Inoltre abbiamo potuto lavorare in modo più fluido adottando nuove soluzioni per la registrazione e, nondimeno, abbiamo potuto valutare l’alchimia della nuova line-up!
Su “A Social Desease” abbiamo potuto apprezzare le ottime doti vocali di Davide Dell’Orto, ci raccontate qualcosa del neo arrivato vocalist?
Salvo: A Davide siamo arrivati tramite Mattia Stancioiu. Claudio, il nostro batterista, ha registrato le sue parti agli Elnor Studio di Matt e dovendo trovare un nuovo cantante per subentrare a Rob Bruccoleri (che aveva cantato sul nostro precedente album e successivi live) venne fuori il nome di Davide. Ci siamo trovati subito benissimo, è un membro della band a tutti gli effetti.
Davide: di fatto mi sono personalmente occupato di tutti gli arrangiamenti vocali di quattro dei cinque pezzi del CD e facilmente questo modus operandi proseguirà sul prossimo lavoro.
Ci fate un track by track del vostro EP così che i lettori possano avere una descrizione completa delle vostre canzoni?
Luca: Innanzitutto diciamo che i testi sono legati tra loro sul tema di fondo che è l’esplorazione di sentimenti quali l’amore, la passione, la frustrazione che, spesso, si mescolano tra loro.
Il primo brano, The Hard Trail” parla proprio della sofferenza che può nascere da un amore complicato; un brano hard rock, direi, di stampo classico dove la base composta da Salvo si è ben sposata con le liriche da me scritte. Davide le ha subito trovate calzanti ed ha ottimamente arrangiato la linea vocale. Segue On The Wrong Side, pezzo più tipicamente hard rock, con un riff molto diretto, un po’ 80s volendo!!
Per la ballad The Answer Is Love volevamo un arrangiamento un po’ diverso e Salvo ha avuto l’idea di darle una forma “alla Extreme”, il risultato è piaciuto a tutti e l’abbiamo tenuto! Si tratta di un brano che ho proposto io, composto in modo “cantautorale”, cioè con chitarra e voce, a differenza degli altri brani che nascono su basi di Salvo. Questo pezzo ha un afflato positivo, parla di amore in senso “metafisico”, direi e del tentativo di imparare ad amare veramente, forse il traguardo più importante per ogni persona. Our Kingdom e Burning Passion chiudono con una sorta di ponte hard ‘n prog che lega in qualche modo i due brani e che potrebbe essere il filo conduttore stilistico che porterà alle future composizioni!!
Il vostro è un hard rock maturo, piacevole melodico. Come nasce una canzone degli Ivory e come la sviluppate fino alla registrazione?
Salvo: Certamente, generalmente l’idea parte da un riff, poi registro su Logic le basi complete del pezzo da dare al resto della band per i loro arrangiamenti. Luca ha un approccio più cantautorale, parte dalle lyrics e ci costruisce intorno le musiche.
Dopo questo EP la gente si aspetterà un album vero e proprio, avete già delle idee per il futuro?
Luca: Come dicevamo, vista l’ottima alchimia creatasi all’interno della band, siamo già al lavoro per il prossimo full lenght! Probabilmente continueremo su questi temi: l’esplorazione del cuore dell’uomo, dei sentimenti nel loro insieme.
Me lo son sempre chiesto, da dove nasce il nome Ivory e che significato ha per voi?
Salvo: Il nome Ivory nasce molto tempo fa durante una lunga telefonata con colui che oggi è diventato il nostro discografico, Maurizio Chiarello della Underground Symphony!! Il gruppo aveva un altro nome, ma vi era una omonima band, giapponese credo… Mentre parlavamo sfogliavo i booklet di alcuni dischi che spopolavano al tempo, tra cui quello di Return to Heaven Denied dei Labyrinth e l’inizio del primo pezzo conteneva la parola Ivory. Maurizio disse qualcosa tipo… “ Ivory ci sta, si abbina bene alla vostra musica”, così fu!!!
Con questo EP siete usciti per la storica Underground Symphony, voi siete una band con esperienza ventennale, come lo vedete oggi il settore dell’industria discografica e la scena metal/hard rock in Italia?
Salvo: L’Underground Symphony è il posto migliore per un gruppo come il nostro. In un periodo in cui il CD fisico non si vende più, per chi come noi è nostalgicamente legato a quel tipo di supporto è invece importante averlo e Maurizio ha la nostra stessa passione, ci conosciamo da vent’anni e fa ancora i migliori packaging in circolazione. Per questo ep ci ha fatto uno splendido digipack a tre ante con artwork e grafica curata dal bravissimo Gianluca di Jahn Vision Art. Ovviamente la nostra musica è reperibile su tutti i digital stores più importanti, ma davvero il cd fisico è tutta un’altra storia per noi. Poi per quel che percepiamo l’industria discografica, prescindendo dal genere, ormai è poca cosa. O si è un grosso nome o di dischi non se ne vendono, e anche in quei casi i numeri non hanno più nulla a che vedere con quelli dei tempi più gloriosi, purtroppo…
Avete in programma qualche evento live per il 2023?
Claudio: E’ un auspicio, certo ci piacerebbe e se ne sta parlando; se si aprisse qualche opportunità meritevole di sicuro saremmo pronti!!
Quali sono le vostre fonti d’ispirazione?
Luca: Per me gli Iron Maiden sono la base, per i nostri primi album aggiungerei gli Helloween. Oggi, poi, si somma tutto un bagaglio di esperienze ed ascolti di vario genere che confluiscono nella “vena artistica”. Per la scrittura dei testi, personalmente, amo molto ricercare, con umiltà, immagini astratte, in qualche modo poetiche, se possibile. Amo molto, ad esempio, la poetica di molti testi di Mark Knopfler o anche certe cose di Geoff Tate: una frase come: “Strange how laughter looks like crying with no sound, raindrops taste like tears without the pain” mi fa impazzire!!
Salvo: io oltre a tutta la schiera di guitar heroes della Shrapnel più i vari Vai, Satriani, Malmsteen, Morse, Lukather ecc, sono legato a band come Van Halen, Mr Big, Extreme, White Lion e per quanto riguarda l’aspetto più prog su tutti Dream Theater e Fates Warning e perché no gli Oliver Onions!!
Claudio: Metal classico, Judas Priest, Dio, Metal Church, King Diamond e tanti tanti altri
Davide: per me Dio, Symphony X e Metallica, ma anche Nilla Pizzi, i Cavalieri del Re e i Bee Hive spaccano!!
Al di fuori della musica, c’è qualche hobby o interesse che condividete?
Luca: Siamo in primis amici, io e Salvo da 26 anni ormai, con Claudio da quasi 10, sono molte le cose che abbiamo condiviso; chiaramente oggi gli impegni personali sono più vincolanti rispetto a quando abbiamo iniziato ma cerchiamo di vederci quando possibile, fosse anche solo per farci qualche risata e parlare di musica e non solo!
Bene ragazzi, grazie per disponibilità. A voi le ultime parole per concludere l’intervista!
Claudio: Grazie infinite Metal Shock per il supporto. Ricordiamo a chi ne avesse curiosità che ci trovate su Facebook, Instagram e Youtube e speriamo anche dal vivo presto!!