Live Report
DREAM THEATER: Palapartenope, Napoli
Serata a suo modo storica quella che ha visto per la prima volta i Dream Theater esibirsi nel capoluogo campano. Infatti, sebbene la band di Petrucci e compagni si sia già spinta nel meridione d’Italia visitando in altri tour Taormina e Barletta, mai aveva calcato i palchi partenopei. A fare da cornice a questa prima assoluta, un freddo lunedì di gennaio, che comunque non ha frenato l’entusiasmo di un pubblico numeroso ed appassionato, sorprendente per la sua eterogeneità: nonni e nipoti, comitive di adolescenti, persone di ogni stile ed età hanno affollato il capiente Teatro Palapartenope, che per l’occasione ospitava solo posti a sedere.
Ad aprire lo show sono stati i finlandesi Arion. Il loro power metal energico ed immediato poteva sembrare poco adatto ai palati sofisticati dei proggers che sedevano nel palazzetto, ma la trascinante presenza del vocalist Lassi Vääränen ed il genuino piacere di ascoltare metal di qualità hanno prevalso, rendendo piacevole e coinvolgente la seguente mezz’ora di esibizione.
Quando scocca l’ora dei Dream Theater, nell’arena l’attesa è palpabile e le note introduttive di Super Strength, che accompagnano la band sul palco, sono accolte da un’ovazione. Quello che segue sono due ore di grandissima qualità e partecipazione. La scaletta ovviamente ruota intorno all’ultimo album A View From the Top of the World, con l’efficacissima The Alien ad aprire le danze con il giusto vigore.
C’è sempre un po’ di curiosità e di apprensione nel verificare la tenuta vocale di James LaBrie, ma anche da questo punto di vista la serata è stata propizia. Certo, permangono i limiti e le evidenti scorciatoie che è costretto a prendere, ma nel complesso anche la sua performance non ha sfigurato. Inoltre, le migliorate doti del canadese come frontman sono un valore aggiunto alla solita, impeccabile, indiscutibile qualità dei suoi compagni di avventura. Petrucci, Mangini, Myung e Rudess macinano senza sosta magnifiche esecuzioni dei loro lavori più recenti e dei tanti classici che impreziosiscono la serata. Molto positivamente sono stati accolti brani storici come Pull Me Under o 6:00, così come un ampio estratto da Six Degrees of Inner Turbolence. A chiudere lo spettacolo per il meritato encore, una suggestiva The Count of Tuscany, che coccola il pubblico e lo fa cantare, lasciando tutti alla fine con un bel sorriso stampato sul volto e la voglia di applaudire per tanto tempo.
I Dream Theater ancora una volta si dimostrano band meritevole del prezzo del biglietto, in un evento in cui tutto ha funzionato brillantemente, dal punto di vista musicale, tecnico ed organizzativo ed in una città che si è mostrata affamata di grandi eventi metal.
Foto & Report di Micael Branno
SETLIST:
1 – The Alien
2 – 6:00
3 – Sleeping Giant
4 – Bridges in the Sky
5 – Caught in a Web
6 – Answering the Call
7 – Solitary Shell
8 – About to Crash
9 – Losing Time/Grand Finale
10 – Pull Me Under
11 – A View from the Top of the World
Encore – The Count of Tuscany