Recensioni
BATTLE BORN – Blood, Fire, Magic and Steel
Tra le band di nuova generazione che si sono accodate alla scia di Gloryhammer, Beast in Black e compagnia, ci sono anche questi Battle Born. La band inglese debutta con “Blood, Fire, Magic and Steel”, un album che non riesce a sorprenderci nei suoi 44 minuti di durata, nonostante l’allegria energica che pervade tutti i brani.
I synth martellanti ed il drumming quasi discotecaro parte a bomba con l’opener “Wind Caller”, una song ultramelodica ed abbastanza telefonata, che col suo ritornello un pizzico epico ci fa sbattere comunque la testa di qua e di là. Come spesso accade in questo genere, il nostro orecchio cerca subito di capire il livello del vocalist, il range di estensione, la qualità dell’interpretazione nei momenti più intensi e Jack Reynolds si colloca sulla classica linea di galleggiamento, grazie ad una buona tecnica, ma ad un timbro che somiglia a tanti altri.
Non v’è dubbio che i Battle Born siano in grado di costruire brani divertenti e coinvolgenti, come la tellurica “Dragon Heart”, accompagnata da un video ispirato ai platform degli anni ’80 che non può che accogliere i nostri favori di vecchi nerds. Però a lungo andare il continuo richiamo allo stesso stile, rende i pezzi un po’ tutti simili tra loro (“Power Force”) e “Blood, Fire, Magic and Steel” rischia di avere una longevità di un paio di ascolti e nulla più.
Certo, chi adora le band citate all’inizio deve necessariamente dare una chance ai Battle Born, mentre tutti gli altri possono inserire un pezzo a caso dell’album nella propria playlist, da ascoltare in rotazione insieme ad altre hit del genere in questa estate rovente.
Country: England
Label: Prosthetic Records
Style: Power Metal
Top Song: Fire Storm