Recensioni
ELDRITCH – Innervoid
Tredicesimo disco per la storica band toscana, gli Eldritch, che con Innervoid aggiunge un’ ulteriore pietra miliare del metal tricolore, segnando una nuova tacca sul personalissimo totem già ricco di successi e di scalpi. Il nuovo lavoro arriva dopo EOS, disco che personalmente non mi aveva entusiasmato più di tanto, vuoi per i suoni non così devastanti e vuoi per un po’ di sopraggiunta stanchezza compositiva, che ci poteva tranquillamente stare in una carriera così longeva. Qui invece le cose vengono messe in chiaro immediatamente nei primi minuti di ascolto, la band è in forma strepitosa, il muro sonoro che arriva dritto all’ ascoltatore aumenta in modo proporzionale con lo scorrere delle songs.
Il prog dei nostri assume connotati quasi power per la velocità di alcune composizioni, senza rinnegare tuttavia le partiture articolate caratteristiche di un sound che negli anni ci ha fatto innamorare della musica di Eugene Simone e compagni (il chitarrista unico superstite della formazione originale assieme al recente rientro alle tastiere di Oleg Smirnoff). Volendo trovare una band a cui poter accostare gli Eldritch, citerei i sempreverdi Symphony X dei primi periodi, senza, però, troppi riferimenti neoclassici.
A contribuire in modo importante al livello di grinta, che trasuda dalle casse durante l’ascolto di pezzi come “Lost Days of Winter”, è senza dubbio la performance di spessore del nuovo frontman Alex Jarusso, voce meno educata e “pulita” rispetto a Terence Holler ma capace di trasmettere emozioni a secchiate.
Un disco davvero ispirato e ben confezionato, ben tornati ragazzi!
Country: Italy
Style:Prog Metal
Label: Scarlet Records
Top Song: Lost Days Of Winter