Recensioni
PYRAMAZE – Bloodlines
Tagliano il traguardo del settimo disco i Pyramaze, band in cui milita il famoso produttore Jacob Hansen. I danesi mischiano nuovamente le carte e si allontanano ulteriormente dal power prog degli esordi, in favore di un metal melodico e moderno, infarcito di melodie accattivanti ed arrangiamenti freschi ed avvolgenti.
“Bloodlines” è davvero un gran disco, introdotto dalla sincopata “Taking What’s Mine”, in cui il vocalist Tarje Haroy mette in mostra subito tutto il proprio talento. I singoli “Fortress” e “Broken Arrow”, in giro sul web da qualche mese, ci avevano già fatto intravedere tutte le potenzialità di un lavoro che non ha davvero punti deboli. Certo, chi si aspettava un ritorno alle sonorità complesse di “Melancholy Best” o brani lunghi e strutturati come la suite “The Time Traveller”, tratta dall’ultimo “Epitaph”, potrebbe rimanere deluso. I Pyramaze puntano tutto sull’impatto, 9 brani racchiusi in poco più di 40 minuti di musica, 9 potenziali singoli, come la dinamica “Wolves of the Sea”, posta in chiusura del cd.
Altro punto di forza del platter sono sicuramente le orchestrazioni di Jonah Weingarten, abile a far coesistere pianoforti e sezioni di archi da una parte e synth e pad dall’altra, in modo del tutto naturale e per nulla forzato. Certo, alcuni momenti sfiorano paurosamente l’hard rock radiofonico (la ballad “Allianace”), ma si tratta di un paio di peccati veniali, che possiamo perdonare ai nostri, vista la qualità del lavoro.
Non sappiamo se con “Bloodlines” i Pyramaze compiranno il definitivo salto di qualità all’interno del music business, ma certamente ci regalano un disco che piacerà ad una vasta fetta di pubblico, sia chi ama il power più melodico e diretto, sia coloro che apprezzano certi passaggi di classe in stile Kamleot.
Country: Denmark
Style: Melodic Metal
Label: Afm Records
Top Song: Broken Arrow
Top Album: Contingent