Recensioni
PRYDAIN – The Gates of Aramore
Sulla scia di Rhapsody (sia of Fire che senza) e Twilight Force, si muovono i Prydain, creatura del compositore americano Austin Dixon. “The Gates of Aramore” è l’esordio di questa metal opera, trasformatasi in band vera e propria grazie all’inserimento in line-up dell’onnipresente Bob Katsionis agli arrangiamenti e del vocalist Mike Lee. Il disco, pur derivativo, farà la felicità degli appassionati di power metal sinfonico arricchito da testi fantasy, di quelli che tanto andavano di moda alla fine degli anni ’90.
I nostri si prendono davvero sul serio, grazie ad una produzione robusta ed a composizioni mature e ricche di dettagli, senza per forza diventare delle macchiette facendo il verso a qualcuno, come capita ultimamente in questo genere. Si parte alla grande con la title track, piena di cori epici ed arrangiamenti orchestrali, con il timbro acuto di Lee ad enfatizzare i vari passaggi della storia. Non mancano momenti più rallentati, come la bucolica “Way of the Forest”, in cui si sentono influenze Blind Guardian, o song ispirate al caro vecchio power made in Germany, come la più lunga e strutturata “Blessed & Divine”.
Se siete fan di questo genere non avrete bisogno di essere invitati ad ascoltare “The Gates of Aramore”, ma vi sarete già fiondati ad acquistare la vostra copia (o, ahimé, a scaricare sul vostro smarphone la versione digitale dei brani). Per tutti gli altri mettiamo sull’ago della bilancia, da una parta la freschezza delle canzoni e la professionalità dei Prydain, dall’altra un vocalist che punta su una timbrica piuttosto sgraziata (ma che funziona ottimamente sui passaggi più emozionanti) ed un progetto simile a tanti altri. A voi la scelta.
Country: USA
Style: Symphonic metal
Label: Limb Music
Top Song: Ancient Whispers