Recensioni
VANISH – A Hint Of Solace
Chitarre pesanti e rocciose, drums tritaossa, voce potente, suoni moderni ed una produzione da far invidia alla maggior parte delle band; allora cosa manca a questo A Hint of Solace, quarto full lenght dei Vanish, per poter essere considerato tra i migliori album del 2023? Scopriamolo assieme qui di seguito.
La risposta a questa domanda, a mio modo di vedere, si potrebbe riassumere in due parole abbinate ad hoc per l’occasione: partiture scolastiche. Perché i presupposti per un gran disco c’erano tutti, l’ottima prestazione di Bastian Rose dietro al microfono è notevole (il suo timbro vocale a tratti ricorda il compianto R.J.Dio) ma da sola non può bastare per un pieno encomio del prodotto, allo stesso modo i suoni perfetti e la produzione da top level non sono sufficienti a lasciare l’ascoltatore a bocca aperta. A dirla tutta non siamo neanche di fronte a quelle classiche situazioni in cui si dice: “manca ancora quel qualcosa….”, purtroppo no, perché ascoltando i quasi 48 minuti di musica suddivisi nelle otto tracce spesse volte si palesa l’irrefrenabile desiderio di skippare alla traccia successiva pensando: “avrò spento la lavatrice?”.
Le ritmiche banali e spesso ripetitive creano, unitamente agli scarsi inserti di tastiere, una monotonia spezzata qua e là da qualche bel ritornello. Aggiungiamoci che la metà dei pezzi sono lenti e un po’ molli e la frittata è fatta.
Eccezion fatta per la opener “Crowdpiercer”, unico vero pezzo che si salva in pieno, “Act/Live/Resolve” e “Voyage in Suffering” di cui segnalo buoni refrain, rimane poco o nient’ altro degno di nota. Una grossa occasione persa per la band tedesca anche in considerazione delle possibilità messe in campo.
Country: Germany
Style: Power Metal
Label: El Puerto Records
Best Song: Crowdpiercer